Il Santuario, l’Arca dell’alleanza, la Legge sono mediazioni concrete della presenza di Dio.
La Legge, le Dieci Parole di cui oggi leggiamo la consegna da parte di Dio stesso, sono il segno di tutta la sapienza di Israele, esse sono il segno dell’alleanza tra Dio e il popolo, ecco perché è richiesta la massima fedeltà a queste Parole.
Nel v. 2 troviamo la solenne proclamazione dell’identità di Dio, un’identità non astratta ma che si storicizza nelle vicende della liberazione dall’Egitto, dalla terra di schiavitù: la fede di Israele è una fede concreta, storica e la sua origine non è come per i Greci ciò che riguarda la creazione, ma ciò che riguarda la liberazione.
Tutte le Parole che Dio pronuncia, anche quelle che potremmo definire “sociali”, perché riguardano il retto comportamento con gli altri, sono buone perché il Signore ne è l’origine e la causa.
Il Santuario, il Tempio è il luogo che Dio abita e nel quale la Legge trova la sua applicazione, dovrebbe essere il luogo in cui si vive il retto rapporto con Dio, ma l’uomo riesce a traviare anche le cose più sante per i suoi interessi, ecco perché Gesù cerca di riportare quel luogo alla sua originale valenza.
Gli ebrei chiedono a Gesù un segno che confermi e affermi la sua autorità, ma Paolo nella Seconda Lettura, afferma che il vero segno è Cristo Crocifisso, così come in Lui troviamo la vera Legge che supera quella consegnata ad Israele.
Per coloro che credono Gesù è la vera sapienza e la vera potenza, termini che sono da leggere nell’ottica di Dio, che è l’ottica della semplicità, e non in quella degli uomini che è quella di una presunta grandezza che davanti a Dio non sussiste.
Don Tiziano Galati