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Raduno Diocesano dei Ministranti

Siamo alle porte dell’ultimo raduno diocesano dei Ministranti di quest’anno.
Dalle loro parrocchie, i nostri ragazzi sono chiamati a raccolta per incontrarsi e fare festa insieme a Galatina il 21 aprile, dalle ore 8.30 alle ore 12.45 presso la Parrocchia Cuore Immacolato di Maria.

Conferenza

L’esperienza Religiosa e Mistica di una Donna Medievale: Santa Caterina da Siena

Sabato 27 aprile, alle ore 19.00 presso la Sala “Mons. Pollio” della Chiesa di San Biagio a Galatina, si svolgerà la conferenza:

𝐿’𝐸𝑠𝑝𝑒𝑟𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑅𝑒𝑙𝑖𝑔𝑖𝑜𝑠𝑎 𝑒 𝑀𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑎 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝐷𝑜𝑛𝑛𝑎 𝑀𝑒𝑑𝑖𝑒𝑣𝑎𝑙𝑒: 𝑆𝑎𝑛𝑡𝑎 𝐶𝑎𝑡𝑒𝑟𝑖𝑛𝑎 𝑑𝑎 𝑆𝑖𝑒𝑛𝑎.

Santa Caterina da Siena fu una donna sicuramente non comune per il suo umile impegno a conoscere Dio e nella sua volontà di rendersi il più simile a Cristo Crocifisso, e anche perchè, in un’epoca di grandi difficoltà per la vita della Chiesa e dell’intero tessuto sociale in Italia e in Europa, non fece mancare il suo impegno per il ripristino dell’unità della Chiesa e per la pace.

Relatore Padre Francesco Neri – Arcivescovo di Otranto
Saluto don Pietro Mele – Direttore Ufficio Ecumenico

Open day all’Istituto di Scienze Religiose

Dal 15 al 17 aprile l’ISSR metropolitano apre le sue porte a tutti coloro che desiderano avere una prima esperienza del percorso di studi religiosi. Si tratta di un open day.
Iscrivendosi tramite il link sottoindicato, si potranno frequentare le lezioni, conoscere i docenti, gli studenti e questa realtà.
Le INFO urly.it/3_66a

Veglia di Preghiera per le Vocazioni

in occasione delle 61ma Giornata di Preghiera per le Vocazioni

Ieri sera, nel cortile del Seminario Arcivescovile di Otranto, Mons. Arcivescovo Francesco Neri ha presieduto una 𝐕𝐞𝐠𝐥𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚 per la 61^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni.
Un momento di raccoglimento rivolto ad adolescenti e giovani, organizzato dal Centro Diocesano Vocazioni e dall’ufficio di Pastorale Giovanile diocesano.
Un’occasione preziosa, soprattutto per i più giovani, per scoprire la bellezza della chiamata di Dio e dire con generosità il proprio “sì”.

“L’uomo è la sua vocazione e chi ci conosce veramente è soltanto Dio”, ha detto Padre Francesco. “Diventiamo noi stessi se ci avviamo alla Sua volontà. Come possiamo capire la volontà di Dio? Dobbiamo guardare ai discepoli di Emmaus. Quando il cuore arde vuol dire che Gesù è presente. Facciamoci questa domanda. Dove posso amare di più? È lì che Dio ci vuole! Dobbiamo seguire la nostra chiamata, con la sua vocazione Dio ci chiama a diventare noi stessi. Va dove ti porta il cuore, va dove ti arde il cuore”.

Adorazione Eucaristica Comunitaria

Un altro appuntamento promosso dal Centro Diocesano Vocazioni interessa, in modo particolare, tutte le parrocchie della Vicaria di Calimera per vivere insieme un’ora di Adorazione eucaristica, con la presenza dell’Arcivescovo Padre Francesco Neri, chiedendo al Signore il dono di vocazioni al servizio della nostra Chiesa.
Ci ritroveremo il 12 aprile alle ore 18.30 a Sternatia, presso la parrocchia “Maria Ss.ma Assunta”.

incontro del Vescovo con i nubendi

è tempo di gioia

𝐄̀ 𝐭𝐞𝐦𝐩𝐨 𝐝𝐢 𝐠𝐢𝐨𝐢𝐚, incontro di preghiera del Vescovo con i nubendi ieri sera nella Basilica Cattedrale di Otranto.
Le coppie dell’Arcidiocesi che hanno fatto il cammino prematrimoniale si sono riunite per vivere un momento di raccoglimento a conclusione del loro percorso nelle parrocchie di appartenenza.

𝐷𝑖𝑜 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒𝑖 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒, 𝑒 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒𝑖 𝑟𝑒𝑙𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑑𝑖𝑎𝑙𝑜𝑔𝑜, 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑡𝑎̀, 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑏𝑒𝑙𝑙𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑒𝑑 𝑒𝑡𝑒𝑟𝑛𝑖𝑡𝑎̀, 𝑑𝑜𝑛𝑎𝑐𝑖 𝑑𝑖 𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒 𝑎 𝑡𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑚𝑜𝑑𝑒𝑙𝑙𝑜 𝑑𝑖 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑐𝑜𝑛𝑖𝑢𝑔𝑎𝑙𝑒, 𝑝𝑒𝑟𝑐ℎ𝑒́ 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎 𝑣𝑖𝑡𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑝𝑎𝑖𝑎 𝑐ℎ𝑒 𝑎𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑛𝑜𝑖, 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑒 𝑛𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑜𝑠𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜, 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑖 𝑡𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑎𝑚𝑜𝑟𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑔𝑖𝑜𝑖𝑎, 𝑛𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑝𝑎𝑐𝑒, 𝑛𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑡𝑎̀, 𝑛𝑜𝑛 𝑐’𝑒̀ 𝑚𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜. 𝐴𝑚𝑒𝑛

 

Grande preghiera per le vocazioni

Nella Basilica Cattedrale di Otranto, oggi pomeriggio, l’Arcivescovo Neri ha incontrato i Gruppi parrocchiali dell’Apostolato della Preghiera e insieme hanno pregato per le Vocazioni, iniziativa coordinata dal direttivo diocesano dell’AdP e dal CDV, con il Seminario diocesano. “Come possiamo fare noi ad avere un cuore ardente?”, ha detto Padre Francesco all’assemblea. “Chiedendo allo Spirito Santo. È lo Spirito Santo che suscita l’innamoramento verso Gesù. Toglie via il cuore di pietra e mette un cuore di carne, un cuore compassionevole. Un cuore che deve essere vigilante, sempre attento a cogliere la presenza del Signore. E dobbiamo guardare ai Santi che ci fanno vedere come deve essere il cuore del cristiano: puro, immacolato, magnanimo”. La sua preghiera finale: “O signore fai che non sia più il mio cuore a battere, ma il tuo a battere in me. Fa il mio cuore simile al tuo”.

Grande preghiera per le Vocazioni

Lunedì 8 aprile, presso la Basilica Cattedrale di Otranto, alle ore 17.30, l’Arcivescovo incontrerà i Gruppi parrocchiali dell’Apostolato della Preghiera per vivere insieme la “Grande Preghiera per le Vocazioni”.
L’iniziativa è coordinata dal direttivo diocesano dell’AdP e dal CDV.
Siamo tutti invitati a partecipare.

Lettera per la Pasqua di Risurrezione 2024

«Dove non c’è amore, metti amore, e troverai amore»

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Carissimi fratelli e carissime sorelle,

l’evento che celebriamo a Pasqua è il centro del cristianesimo, ciò che ci caratterizza come cristiani. La risurrezione di Gesù non è un caso di morte apparente, perché il Signore morì veramente, «morì e fu sepolto», come professiamo nel Credo. Non è la rianimazione di un cadavere, perché Gesù non è risorto per tornare a morire, come Lazzaro, ma è risorto e non muore più. Non è la sopravvivenza dell’anima in quanto immortale, perché Gesù è risorto in tutta la sua umanità, compresa la sua corporeità, tanto da mangiare e bere con gli apostoli. La risurrezione è l’ingresso definitivo di Gesù, subito e con l’integrità della sua persona, nell’abbraccio e nel bacio del Padre, che è lo Spirito santo, nel mare senza sponde dell’amore divino che è sorgente di vita, gioia e pace: «Sono risorto, o Padre, e sono sempre con te. Alleluia. Hai posto su di me la tua mano. Alleluia. È stupenda per me la tua saggezza. Alleluia, alleluia» (Antifona della Messa del giorno).

Parlando a Cesarea in casa del centurione Cornelio, san Pietro presenta Gesù come una persona che aveva operato solo il bene, e nonostante ciò aveva subito la crocifissione. L’apostolo racconta «come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio» (At 10, 37-43). Sembra che sia questa una legge assurda dell’umanità: ci sottomettiamo ai nostri torturatori, ci scagliamo contro gli innocenti. Vale la pena continuare ad amare, quando ci ritroviamo senza contraccambio al bene, o ¾ peggio ¾ contraccambiati con il male? Ebbene la risurrezione è la testimonianza che la scelta di Gesù è stata quella giusta: sebbene il venerdì santo sembrasse tutto fallito, Dio ha pronunciato il suo “ma”: «ma Dio lo ha risuscitato»! Dio è intervenuto e ha posto il proprio sigillo sulla scelta del Figlio, ha confermato di stare dalla parte di Gesù, e che in Gesù si apre la strada che tutti gli uomini sono chiamati a percorrere con la forza dello Spirito Santo, la strada dell’amore sino alla fine.

 

Un dono davanti a noi: l’eternità

Noi godiamo su questa terra senza dubbio di un gran numero di doni. Godiamo di attimi di comunione e gioia, come le riunioni di famiglia nei giorni di festa. Ma tutti questi beni vengono offuscati dall’ombra del limite, ch’essi portano con sé. Sì, ne godiamo sinceramente e con gratitudine, ma una lama sottile di inquietudine ci trafigge il cuore, perché sappiamo che prima o poi finiranno. Mentre stringiamo questi doni tra le mani, già ci stanno sfuggendo… Abbiamo bisogno di qualcosa di eterno! Un bene non è perfetto, se non quando è per sempre! Come con l’incarnazione il Signore ha fatto entrare l’eternità nel tempo, così con la risurrezione Gesù fa entrare il tempo nell’eternità. Dio stesso è il nostro bene eterno e sommo, l’amore infinito da cui discendono l’amore e la pienezza. Il Dio vivente è il nostro futuro, Cristo risorto ci fa dono dell’eternità.

 

Un dono dentro di noi: la fiducia

Se avessimo interrogato Maria Maddalena prima che questa donna giungesse al sepolcro, chiedendole cosa ci fosse nel suo cuore, che ci avrebbe risposto? «Io speravo in lui… Gesù era tutto per me. Adesso egli è lì, nel sepolcro, e nel sepolcro c’è anche la mia speranza. Se non c’è lui, infatti, non posso sperare in nulla. Insieme a lui, giù nel sepolcro, c’è la parte più viva di me, ci sono anch’io…». Ora, quale può essere stato il primo moto del cuore di Maddalena, al vedere il Risorto? Il risorgere della fiducia. Tutto riprendeva attrattiva, tutto era ricuperato, valeva la pena di continuare a vivere. Ecco, questo è il primo miracolo del Risorto.

Il venerdì santo pareva che non ci fosse via di uscita, pareva che tutto fosse invincibilmente sigillato in una tomba di pietra… Con la risurrezione, ecco la novità! Con la risurrezione, Dio si manifesta colui che apre una via dove sembra non ce ne sia nessuna. Con la risurrezione, tutto riparte daccapo. Il Cristo risorto è colui nel quale Dio ci riapre tutte le possibilità. Si ricomincia, e ad un livello insperabilmente superiore. Ciò vale anche nelle nostre situazioni private, quando sembra di essere imprigionati senza porte né finestre… Chi ci salverà? Cristo risorto è la novità perenne, introdotta nella storia universale, a partire dalla quale possiamo sperare nella novità per la nostra storia particolare.

Senza dubbio dalla risurrezione di Gesù dipenderà anche la nostra risurrezione per l’eternità, egli che è la primizia per noi che siamo il resto del raccolto, egli che è il primogenito di noi che siamo la schiera dei suoi fratelli e delle sue sorelle. «Come infatti in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti riceveranno la vita. Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo» (1Cor 15, 22-23). Ma nel frattempo, nell’attesa dell’ultimo giorno, il miracolo del Risorto è il rifiorire della fiducia nel nostro cuore. La paura è lasciata lì nel sepolcro, e tutte le parti belle e vere di noi che ci eravamo rassegnati a non sperare più di esprimere, riprendono forza, perché in Gesù l’amore trionfa sul male, e la vita è più forte della morte. Vale la pena dunque di continuare ad impegnarci, perché Gesù risorto seppellisce la nostra paura e ci dona guardare con fiducia avanti nel nostro cammino, qui e subito.

 

Seminare la vittoria dell’amore

Come possiamo essere complici della novità portata dal Signore Risorto, e diffonderla nel nostro mondo? Il grande carmelitano san Giovanni della Croce, occupandosi di una situazione molto conflittuale, stabilì una linea di condotta: «Dove non c’è amore, metti amore, e troverai amore» (Epistolario, 26). Siamo sgomenti davanti al momento gravissimo che vive oggi l’umanità, coinvolta in quella che papa Francesco definisce spesso una “terza guerra mondiale a pezzi”. Ma non capita anche a noi, nel nostro piccolo quotidiano, di entrare in situazioni di tensione, dove c’è un’elevata conflittualità, e sembra che ognuno si sia ritirato a vivere per conto suo?

Ebbene, in tali situazioni, l’unico ribaltamento può avvenire se ci mettiamo per primi ad amare, come ha fatto per primo Gesù, e saremo così collaboratori della forza invincibile della sua risurrezione. «Voi, fratelli, non lasciatevi scoraggiare nel fare il bene» (2Ts 3,13). Dove non c’è amore, mettiamo amore, e troveremo amore, e il Dio della pace sarà sempre con noi. Alleluia!

 

Otranto, 31 marzo 2024

+Francesco Neri, OFMCap

Arcivescovo