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57^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

 

 

 

«Datevi al meglio della vita!»  (Christus vivit, n. 143)

 

È questo l’accorato invito di Papa Francesco, che risuona con forza nella celebrazione della 57a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Un appuntamento che, il 3 maggio 2020, vedrà tutta la Chiesa unita in preghiera, per invocare dal buon Pastore il dono più prezioso: che la sua chiamata – come scrive il Papa nel Messaggio per questa giornata – apra «brecce nel cuore di ogni fedele» e ogni uomo abbia il coraggio di scoprire e realizzare ciò che rende più bella la sua vita!

 

Sabato 2 Maggio 2020 alle ore 21
Potete seguire la Veglia di Preghiera in diretta su Youtube

www.youtube.com/pastoralevocazioni

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Veglia

 

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Preghiera

 

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Datevi al meglio della vita

 

 

 

 


57^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Messaggio del Santo Padre Francesco

Domenica 3 maggio 2020

 

Il messaggio del Santo Padre Francesco sulla 57^ Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

 

Cari fratelli e sorelle!

Il 4 agosto dello scorso anno, nel 160° anniversario della morte del santo Curato d’Ars, ho voluto offrire una Lettera ai sacerdoti, che ogni giorno spendono la vita per la chiamata che il Signore ha rivolto loro, al servizio del Popolo di Dio.

In quell’occasione, ho scelto quattro parole-chiave – dolore, gratitudine, coraggio e lode – per ringraziare i sacerdoti e sostenere il loro ministero. Ritengo che oggi, in questa 57ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, quelle parole si possano riprendere e rivolgere a tutto il Popolo di Dio, sullo sfondo di un brano evangelico che ci racconta la singolare esperienza capitata a Gesù e Pietro durante una notte di tempesta sul lago di Tiberiade (cfr Mt 14,22-33).

Dopo la moltiplicazione dei pani, che aveva entusiasmato la folla, Gesù ordina ai suoi di salire sulla barca e di precederlo all’altra riva, mentre Egli avrebbe congedato la gente. L’immagine di questa traversata sul lago evoca in qualche modo il viaggio della nostra esistenza. La barca della nostra vita, infatti, avanza lentamente, sempre inquieta perché alla ricerca di un approdo felice, pronta ad affrontare i rischi e le opportunità del mare, ma anche desiderosa di ricevere dal timoniere una virata che conduca finalmente verso la giusta rotta. Talvolta, però, le può capitare di smarrirsi, di lasciarsi abbagliare dalle illusioni invece che seguire il faro luminoso che la conduce al porto sicuro, o di essere sfidata dai venti contrari delle difficoltà, dei dubbi e delle paure.

Succede così anche nel cuore dei discepoli, i quali, chiamati a seguire il Maestro di Nazaret, devono decidersi a passare all’altra riva, scegliendo con coraggio di abbandonare le proprie sicurezze e di mettersi alla sequela del Signore. Questa avventura non è pacifica: arriva la notte, soffia il vento contrario, la barca è sballottata dalle onde, e la paura di non farcela e di non essere all’altezza della chiamata rischia di sovrastarli.

Il Vangelo ci dice, però, che nell’avventura di questo non facile viaggio non siamo soli. Il Signore, quasi forzando l’aurora nel cuore della notte, cammina sulle acque agitate e raggiunge i discepoli, invita Pietro ad andargli incontro sulle onde, lo salva quando lo vede affondare, e infine sale sulla barca e fa cessare il vento.

La prima parola della vocazione, allora, è gratitudine. Navigare verso la rotta giusta non è un compito affidato solo ai nostri sforzi, né dipende solo dai percorsi che scegliamo di fare. La realizzazione di noi stessi e dei nostri progetti di vita non è il risultato matematico di ciò che decidiamo dentro un “io” isolato; al contrario, è prima di tutto la risposta a una chiamata che ci viene dall’Alto. È il Signore che ci indica la riva verso cui andare e che, prima ancora, ci dona il coraggio di salire sulla barca; è Lui che, mentre ci chiama, si fa anche nostro timoniere per accompagnarci, mostrarci la direzione, impedire che ci incagliamo negli scogli dell’indecisione e renderci capaci perfino di camminare sulle acque agitate.

Ogni vocazione nasce da quello sguardo amorevole con cui il Signore ci è venuto incontro, magari proprio mentre la nostra barca era in preda alla tempesta. «Più che una nostra scelta, è la risposta alla chiamata gratuita del Signore» (Lettera ai sacerdoti, 4 agosto 2019); perciò, riusciremo a scoprirla e abbracciarla quando il nostro cuore si aprirà alla gratitudine e saprà cogliere il passaggio di Dio nella nostra vita.

Quando i discepoli vedono Gesù avvicinarsi camminando sulle acque, inizialmente pensano che si tratti di un fantasma e hanno paura. Ma subito Gesù li rassicura con una parola che deve sempre accompagnare la nostra vita e il nostro cammino vocazionale: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!» (v. 27). Proprio questa è la seconda parola che vorrei consegnarvi: coraggio.

Ciò che spesso ci impedisce di camminare, di crescere, di scegliere la strada che il Signore traccia per noi sono i fantasmi che si agitano nel nostro cuore. Quando siamo chiamati a lasciare la nostra riva sicura e abbracciare uno stato di vita – come il matrimonio, il sacerdozio ordinato, la vita consacrata –, la prima reazione è spesso rappresentata dal “fantasma dell’incredulità”: non è possibile che questa vocazione sia per me; si tratta davvero della strada giusta? Il Signore chiede questo proprio a me?

E, via via, crescono in noi tutte quelle considerazioni, quelle giustificazioni e quei calcoli che ci fanno perdere lo slancio, ci confondono e ci lasciano paralizzati sulla riva di partenza: crediamo di aver preso un abbaglio, di non essere all’altezza, di aver semplicemente visto un fantasma da scacciare.

Il Signore sa che una scelta fondamentale di vita – come quella di sposarsi o consacrarsi in modo speciale al suo servizio – richiede coraggio. Egli conosce le domande, i dubbi e le difficoltà che agitano la barca del nostro cuore, e perciò ci rassicura: “Non avere paura, io sono con te!”. La fede nella sua presenza che ci viene incontro e ci accompagna, anche quando il mare è in tempesta, ci libera da quell’accidia che ho già avuto modo di definire «tristezza dolciastra» (Lettera ai sacerdoti, 4 agosto 2019), cioè quello scoraggiamento interiore che ci blocca e non ci permette di gustare la bellezza della vocazione.

Nella Lettera ai sacerdoti ho parlato anche del dolore, ma qui vorrei tradurre diversamente questa parola e riferirmi alla fatica. Ogni vocazione comporta un impegno. Il Signore ci chiama perché vuole renderci come Pietro, capaci di “camminare sulle acque”, cioè di prendere in mano la nostra vita per metterla al servizio del Vangelo, nei modi concreti e quotidiani che Egli ci indica, e specialmente nelle diverse forme di vocazione laicale, presbiterale e di vita consacrata. Ma noi assomigliamo all’Apostolo: abbiamo desiderio e slancio, però, nello stesso tempo, siamo segnati da debolezze e timori.

Se ci lasciamo travolgere dal pensiero delle responsabilità che ci attendono – nella vita matrimoniale o nel ministero sacerdotale – o delle avversità che si presenteranno, allora distoglieremo presto lo sguardo da Gesù e, come Pietro, rischieremo di affondare. Al contrario, pur nelle nostre fragilità e povertà, la fede ci permette di camminare incontro al Signore Risorto e di vincere anche le tempeste. Lui infatti ci tende la mano quando per stanchezza o per paura rischiamo di affondare, e ci dona lo slancio necessario per vivere la nostra vocazione con gioia ed entusiasmo.

Infine, quando Gesù sale sulla barca, il vento cessa e le onde si placano. È una bella immagine di ciò che il Signore opera nella nostra vita e nei tumulti della storia, specialmente quando siamo nella tempesta: Egli comanda ai venti contrari di tacere, e le forze del male, della paura, della rassegnazione non hanno più potere su di noi.

Nella specifica vocazione che siamo chiamati a vivere, questi venti possono sfiancarci. Penso a coloro che assumono importanti compiti nella società civile, agli sposi che non a caso mi piace definire “i coraggiosi”, e specialmente a coloro che abbracciano la vita consacrata e il sacerdozio. Conosco la vostra fatica, le solitudini che a volte appesantiscono il cuore, il rischio dell’abitudine che pian piano spegne il fuoco ardente della chiamata, il fardello dell’incertezza e della precarietà dei nostri tempi, la paura del futuro. Coraggio, non abbiate paura! Gesù è accanto a noi e, se lo riconosciamo come unico Signore della nostra vita, Egli ci tende la mano e ci afferra per salvarci.

E allora, pur in mezzo alle onde, la nostra vita si apre alla lode. È questa l’ultima parola della vocazione, e vuole essere anche l’invito a coltivare l’atteggiamento interiore di Maria Santissima: grata per lo sguardo di Dio che si è posato su di lei, consegnando nella fede le paure e i turbamenti, abbracciando con coraggio la chiamata, Ella ha fatto della sua vita un eterno canto di lode al Signore.

Carissimi, specialmente in questa Giornata, ma anche nell’ordinaria azione pastorale delle nostre comunità, desidero che la Chiesa percorra questo cammino al servizio delle vocazioni, aprendo brecce nel cuore di ogni fedele, perché ciascuno possa scoprire con gratitudine la chiamata che Dio gli rivolge, trovare il coraggio di dire “sì”, vincere la fatica nella fede in Cristo e, infine, offrire la propria vita come cantico di lode per Dio, per i fratelli e per il mondo intero. La Vergine Maria ci accompagni e interceda per noi.

Roma, San Giovanni in Laterano, 8 marzo 2020, II Domenica di Quaresima

Francesco

È tempo di ricominciare

Messaggio per la Santa Pasqua

 

Carissimi fratelli e carissime sorelle della Chiesa di Otranto,

vi scrivo con il desiderio di raggiungervi tutti, proprio nel giorno della Pasqua del Signore. Oggi è festa! Cristo è risorto! Nulla può infrangere la speranza della vittoria sulla morte. Sì, Cristo è vivo e con Lui, anche noi, godiamo di questa immensa gioia. Lì dove c’è la vita non può che regnare la gioia, quella vera, profonda, che non dimentica la fatica e la sofferenza ma assicura la pace del cuore.

In questo tempo di grande preoccupazione a causa del coronavirus non possiamo rinunciare all’annuncio Pasquale. Nulla può rubarci la speranza di un mondo migliore, di una condizione di vita migliore, di un tempo migliore. Da sempre i cristiani vivono nella storia, in essa si adoperano per il bene comune, e sempre nella storia sono chiamati a portare la novità del Vangelo, quella profezia stupenda di cieli e di terra nuovi che la Pasqua del Signore ha inaugurato.

Vi faccio dono delle parole che ho incontrato nella mia preghiera: “É stata ridotta la difficoltà del cammino. Il sacro sangue di Cristo ha spento il fuoco della spada che sbarrava l’accesso al regno della vita. Le tenebre dell’antica notte hanno ceduto il posto alla vera luce. …I1 popolo cristiano è invitato alle ricchezze del Paradiso… a meno che qualcuno non voglia precludersi da se stesso quella via, che pure si aprì alla fede del ladrone! Procuriamo che le attività della vita presente non creino in noi troppa ansietà…”.

Sono parole di fede di un uomo vissuto in tempi durissimi per la Chiesa e per la società allo sbando. Si tratta del papa Leone Magno (+430): ebbe da affrontare, tra l’altro, situazioni faticose e delicate, ma queste convinzioni cristiane non lo abbandonarono mai. La realtà difficile non fu in grado di sgretolare la sua fede e quella speranza vera, interiore, che motivava la sua vita.

Ecco la forza che viene dalla Passione, Morte e Resurrezione del Signore Gesù, anche per noi!

Augurando “Buona Pasqua!” allora vorrei dire le stesse cose. E rubo le parole, sempre a papa Leone: “Non ti arrendere mai, neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando il tuo piede inciampa, neanche quando i tuoi occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l’errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il successo ti abbandona, neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta, neanche quando l’incomprensione ti circonda, neanche quando la noia ti atterra, neanche quando tutto ha l’aria del niente, neanche quando il peso del peccato ti schiaccia… Stringi i pugni… sorridi… e ricomincia!”.

Auguri a tutti e grazie a ciascuno!

Otranto, 12 aprile 2020

✠ DONATO NEGRO Arcivescovo

 

L'Arte dell'Accompagnamento

Triduo Pasquale 2020

Il Sussidio di accompagnamento spirituale del Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile

 

Il Sussidio di accompagnamento spirituale per Adolescenti e Giovani, preparato dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile in vista del tempo di Quaresima e del tempo Pasquale (esattamente dal 26 febbraio al 31 maggio, dalle Ceneri a Pentecoste) incarna ciò che Papa Francesco chiede a tutte le Comunità cristiane: spendersi nell’arte dell’accompagnamento!

 

In questi giorni speciali del Triduo Pasquale, vogliamo offrire un’opportunità in più, perché i giovani avvertano l’ebbrezza di una vita risorta!

Cliccando sulle copertine troverai il Vangelo e il commento relativo per ogni giorno.

 

9 Aprile 2020

Giovedì Santo

 


 

Il Sussidio di accompagnamento spirituale per Adolescenti e Giovani, preparato dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile in vista del tempo di Quaresima e del tempo Pasquale incarna ciò che Papa Francesco chiede a tutte le Comunità cristiane:

spendersi nell’arte dell’accompagnamento!

 

 

 

10 Aprile 2020

Venerdì Santo

 


 

Il Sussidio di accompagnamento spirituale per Adolescenti e Giovani, preparato dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile in vista del tempo di Quaresima e del tempo Pasquale incarna ciò che Papa Francesco chiede a tutte le Comunità cristiane:

spendersi nell’arte dell’accompagnamento!

 

 

 

11 Aprile 2020

Sabato Santo

 


 

Il Sussidio di accompagnamento spirituale per Adolescenti e Giovani, preparato dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile in vista del tempo di Quaresima e del tempo Pasquale incarna ciò che Papa Francesco chiede a tutte le Comunità cristiane:

spendersi nell’arte dell’accompagnamento!

 

 

 

13 Aprile 2020

Lunedì dell’Angelo

 


 

Il Sussidio di accompagnamento spirituale per Adolescenti e Giovani, preparato dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile in vista del tempo di Quaresima e del tempo Pasquale incarna ciò che Papa Francesco chiede a tutte le Comunità cristiane:

spendersi nell’arte dell’accompagnamento!

 

 

 

12 Aprile 2020

Domenica di Pasqua

 


 

Il Sussidio di accompagnamento spirituale per Adolescenti e Giovani, preparato dal Servizio Diocesano di Pastorale Giovanile in vista del tempo di Quaresima e del tempo Pasquale incarna ciò che Papa Francesco chiede a tutte le Comunità cristiane:

spendersi nell’arte dell’accompagnamento!

 

 

 

La Caritas Diocesana di Otranto continua la sua azione con i servizi essenziali.

La carità non si ferma

Aiutaci ad Aiutare!

La Caritas dell'Arcidiocesi di Otranto continua i suoi servizi essenziali nel rispetto delle norme vigenti:
•Distribuzione viveri nei centri di Maglie e di Poggiardo;
•Pranzo d’asporto presso la Mensa Buon Pastore di Galatina;
Abbiamo distribuito, ad oggi, nei centri di Maglie e di Poggiardo viveri a 185 famiglie raggiungendo un totale di circa 563 persone.
 Nella Mensa Buon Pastore di Galatina sono stati distribuiti dal 16 marzo al 30 marzo 310 pranzi d'asporto.
Grazie ai volontari, grazie a coloro che in varie forme stanno dimostrando generosità e attenzione, grazie alla Protezione civile per la preziosa collaborazione.