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Festa dei Santi Martiri 2023

13-14 Agosto: la Diocesi in festa nel ricordo dei testimoni della fede

Domenica 12 maggio 2013 Papa Francesco ha canonizzato i Martiri di Otranto. Giornata storica per la Comunità otrantina e per la Diocesi tutta, attesa ormai da tempo dopo un lungo e faticoso percorso. Otranto vive in questi giorni i festeggiamenti in loro onore, come ogni anno, in quanto patroni della Città e dell'Arcidiocesi.

Otranto. Al via i festegiamenti in onore dei Santi Patroni della Città.

Festa dei Santi Martiri 2019

13-14-15 Agosto la città di Otranto si veste a festa per ricordare il martirio del 1480.

Domenica 12 maggio 2013 Papa Francesco ha canonizzato i Martiri di Otranto. Giornata storica per la Comunità otrantina e per la Diocesi tutta, attesa ormai da tempo dopo un lungo e faticoso percorso. Otranto vive in questi giorni i festeggiamenti in loro onore, come ogni anno, in quanto patroni della Città e dell'Arcidiocesi. La tredicina viene aperta il 31 luglio in Cattedrale con la solenne esposizione dell'urna dei Martiri. Il 13 agosto è interamente dedicato alla commemorazione civile dell'eccidio di Otranto. In prima serata, il sindaco della cittadina, l'Arcivescovo, le autorità civili, militari e religiose, partono dal palazzo comunale e si recano presso il “Monumento”, in piazza degli Eroi. Deposta una corona di fiori, si tiene il discorso commemorativo. In tarda serata, viene organizzata una veglia diocesana per giovani sul colle del martirio, per rinnovare il perenne messaggio di speranza e di impegno civile degli Ottocento.
Il 14 agosto, alle 11, in Cattedrale si svolge il solenne pontificale presieduto dall'Arcivescovo con la presenza delle autorità, del presbiterio diocesano e di una larga partecipazione del laicato della diocesi. Nel pomeriggio, si svolge la processione con l'urna contenente le reliquie dei SS. Martiri trasportate per le vie della città dai sacerdoti della diocesi hydruntina. Le luminarie pervadono le strade principali del paese, creando un effetto goliardico, e numerose bancarelle si preparano per accogliere locali e turisti. La banda intona i classici e allieta i visitatori con le sue dolci note. Dopo la mezzanotte, il suggestivo spettacolo pirotecnico.

Programma
Festeggiamenti religiosi

31 luglio
ore 19.30 in Cattedrale: inizio solenne tredicina presieduta da S.E. Monsignor Arcivescovo.
Si alterneranno in pellegrinaggio i Vicariati dell’Arcidiocesi.

13 agosto
ore 21.30 sul Colle dei Martiri veglia diocesana di preghiera presieduta da Sua Ecc. l’Arcivescovo.

14 agosto
In Cattedrale celebrazione Sante Messe: ore 7.00 – 8.30 – 10.00 – 18.00
Ore 11.00
Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta da Sua Ecc. Monsignor Luigi Mansi, Vescovo di Andria, con la partecipazione di S.E. Monsignor Donato Negro, nostro Arcivescovo, di S. Ecc. Monsignor Bruno Musarò, Nunzio in Egitto, di Monsignor Franco Coppola Nunzio in Messico, del Capitolo Cattedrale, dei Presbiteri Religiosi e Diaconi dell’Arcidiocesi e dei Seminaristi diocesani.
Ore 19.30
Processione cittadina presieduta da S.E. Mons. Arcivescovo con l’Urna delle Reliquie dei Santi Martiri portata dai rev.mi Presbiteri diocesani giovani.
Vi parteciperanno il Sindaco di Otranto dott. Pierpaolo Cariddi con le Autorità civili e militari della città.

Festeggiamenti Civili

13 agosto

Ore 20.00
Piazzale degli Eroi: Commemorazione Civile degli Eroi e Martiri Otrantini caduti nel 1480, dopo il saluto del Sindaco, la professoressa Luciana Petracca, docente di Storia Medioevale nell’Università del Salento terrà il discorso commemorativo.

Otranto in Musica

Gran Conterto Bandistico Città di Bracigliano (SA) “Francesco D’Amato”
Maestro Direttore e Concertatore: Carmine Santaniello.
Ore 10.00 Matinèe
Ore 18.30 raduno banda Piazzale Molo Santi Martiri
Ore 19.30 Partenza dal Municipio per la Commemorazione Civile
Ore 21.30 Concerto Bandistico.

14 agosto

Otranto in Festa

Premiato Gran Concerto Bandistico Città di Lecce “Schipa D’Ascoli”
Maestro Direttore e Concertatore: Paolo Addesso.
Ore 8.30 partenza della Banda ed attraversamento delle vie della Città
Ore 10.30 Matinèe
Ore 19.00 Arrivo della banda nei pressi del Municipio e partenza per la cattedrale – Processione dei Santi Martiri
Ore 21.30 Concerto Bandistico.
Nella mattinata “in giro per la città” musica nei quartieri e nei villaggi della città a cura del Concerto bandistico città di Scorrano.
Dopo la mezzanotte (ore 01.00 circa) Luci Sulla Città Spettacolo Pirotecnico sulla banchina del porto di Otranto a cura delle premiate ditte Mega Fuochi e Angelo Mega da Scorrano.

15 agosto
Ore 21.30 concerto Bandadriatica – Odissea Mediterranea, in collaborazione con il Comitato Festa.

13/14/15 agosto

8^ Edizione della manifestazione Enogastronomica e dell’Artigianato Sentieri del Gusto – Sapori, Arti e Tradizioni di Terra D’Otranto.

Organizzato da Mediamorfosi per il Comitato Festa dei Santi Martiri e promosso dall’Amministrazione Comunale, l’evento di promozione territoriale e culturale punta ad accogliere, coinvolgere e deliziare con sapori, arte e tradizioni della Puglia i visitatori che ogni anno decidono di prendere parte alle celebrazioni.
L’incantevole location – racchiusa tra le mura di Otranto, tra Largo Porta Terra e il Monumento degli Eroi, balconcino diretto sul Lungomare– diventa scrigno delle produzioni artistiche e agroalimentari di Puglia: tra manufatti di cartapesta, pietra leccese, giunco, si alternano gli stand delle migliori produzioni agroalimentari e della cosmesi naturale. Corona il percorso una raffinata area degustazione vino delle migliori Aziende Vinicole, guidata dai Sommelier dell’Associazione Italiana Sommelier di Lecce.
In una cornice dal fascino maestoso e senza tempo, vale la pena partecipare ai solenni festeggiamenti in onore dei Santi Martiri di Otranto e alle tante tipicità dei sentieri del gusto di Otranto.
Quest’anno il percorso si arricchisce grazie alle note musicali di Banda Adriatica – Odissea Mediterranea: il 15 agosto dalle ore 21.30, imperdibile il loro concerto per le vie del centro storico, grazie al prezioso supporto del Comitato Festa Santi Martiri di Otranto.

Opera Sacra

A un anno dal Concistoro Pubblico con l’annuncio della Canonizzazione dei Martiri di Otranto ed in concomitanza con il 20° Anniversario dell’Ordinazione Episcopale di S.E. mons. Donato Negro nostro venerato Pastore con animo grato ed orante al Signore. Il coro dell’Arcidiocesi di Otranto presenta A coloro che hanno vinto Opera Sacra di Don Biagio Mandorino e Don Tiziano Galati. Coreografie di Emy Ferrari 11 febbraio 2014 … Continua a leggere Opera Sacra »

Circa 800 persone ... rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto.

L’omelia del Santo Padre Francesco

Canonizzazione del 12 maggio 2013

Cari fratelli e sorelle!

In questa settima Domenica del Tempo di Pasqua ci siamo radunati con gioia per celebrare una festa della santità. Rendiamo grazie a Dio che ha fatto risplendere la sua gloria, la gloria dell’Amore, sui Martiri di Otranto, su Madre Laura Montoya e su Madre María Guadalupe García Zavala. Saluto tutti voi che siete venuti per questa festa dall’Italia, dalla Colombia, dal Messico, da altri Paesi e vi ringrazio!

Vogliamo guardare ai nuovi Santi alla luce della Parola di Dio proclamata. Una Parola che ci ha invitato alla fedeltà a Cristo, anche fino al martirio; ci ha richiamato l’urgenza e la bellezza di portare Cristo e il suo Vangelo a tutti; e ci ha parlato della testimonianza della carità, senza la quale anche il martirio e la missione perdono il loro sapore cristiano.

Gli Atti degli Apostoli, quando ci parlano del diacono Stefano, il protomartire, insistono nel dire che egli era un uomo pieno di Spirito Santo (6,5; 7,55). Che significa questo? Significa che era pieno dell’Amore di Dio, che tutta la sua persona, la sua vita era animata dallo Spirito di Cristo risorto, tanto da seguire Gesù con fedeltà totale, fino al dono di sé.

Oggi la Chiesa propone alla nostra venerazione una schiera di martiri, che furono chiamati insieme alla suprema testimonianza del Vangelo, nel 1480. Circa ottocento persone, sopravvissute all’assedio e all’invasione di Otranto, furono decapitate nei pressi di quella città. Si rifiutarono di rinnegare la propria fede e morirono confessando Cristo risorto. Dove trovarono la forza per rimanere fedeli? Proprio nella fede, che fa vedere oltre i limiti del nostro sguardo umano, oltre il confine della vita terrena, fa contemplare i cieli aperti come dice santo Stefano e il Cristo vivo alla destra del Padre. Cari amici, conserviamo la fede che abbiamo ricevuto e che è il nostro vero tesoro, rinnoviamo la nostra fedeltà al Signore, anche in mezzo agli ostacoli e alle incomprensioni; Dio non ci farà mai mancare forza e serenità.

Mentre veneriamo i Martiri di Otranto, chiediamo a Dio di sostenere tanti cristiani che, proprio in questi tempi e in tante parti del mondo, adesso, ancora soffrono violenze, e dia loro il coraggio della fedeltà e di rispondere al male col bene.

Il secondo pensiero lo possiamo ricavare dalle parole di Gesù che abbiamo ascoltato nel Vangelo: Prego per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: perché tutti siano una cosa sola; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi (Gv 17,20). Santa Laura Montoya è stata strumento di evangelizzazione prima come insegnante e poi come madre spirituale degli indigeni, ai quali infuse speranza, accogliendoli con l’amore appreso da Dio e portandoli a Lui con una efficacia pedagogica che rispettava la loro cultura e non si contrapponeva ad essa. Nella sua opera di evangelizzazione Madre Laura si fece veramente tutta a tutti, secondo l’espressione di san Paolo (cfr 1Cor 9,22). Anche oggi le sue figlie spirituali vivono e portano il Vangelo nei luoghi più reconditi e bisognosi, come una sorta di avanguardia della Chiesa.

Questa prima santa nata nella bella terra colombiana ci insegna ad essere generosi con Dio, a non vivere la fede da soli – come se fosse possibile vivere la fede in modo isolato -, ma a comunicarla, a portare la gioia del Vangelo con la parola e la testimonianza di vita in ogni ambiente in cui ci troviamo. In qualsiasi luogo in cui viviamo, irradiare questa vita del Vangelo! Ci insegna a vedere il volto di Gesù riflesso nell’altro, a vincere indifferenza e individualismo, che corrodono le comunità cristiane e corrodono il nostro cuore, e ci insegna ad accogliere tutti senza pregiudizi, senza discriminazioni, senza reticenze, con amore sincero, donando loro il meglio di noi stessi e soprattutto condividendo con loro ciò che abbiamo di più prezioso, che non sono le nostre opere o le nostre organizzazioni, no! Quello che abbiamo di più prezioso è Cristo e il suo Vangelo.

Infine, un terzo pensiero. Nel Vangelo di oggi, Gesù prega il Padre con queste parole: Io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro (Gv 17,26). La fedeltà dei martiri fino alla morte e la proclamazione del Vangelo a tutti si radicano, hanno la loro radice nell’amore di Dio effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,5), e nella testimonianza che dobbiamo dare di questo amore nella nostra vita quotidiana. Santa María Guadalupe García Zavala lo sapeva bene. Rinunciando a una vita comoda ‘ quanto danno arreca la vita comoda, il benessere; l’imborghesimento del cuore ci paralizza, rinunciando a una vita comoda per seguire la chiamata di Gesù, insegnava ad amare la povertà, per poter amare di più i poveri e gli infermi. Madre Lupita si inginocchiava sul pavimento dell’Ospedale davanti agli ammalati e agli abbandonati per servirli con tenerezza e compassione. E questo si chiama: toccare la carne di Cristo. I poveri, gli abbandonati, gli infermi, gli emarginati sono la carne di Cristo. E Madre Lupita toccava la carne di Cristo e ci ha insegnato questo modo di agire: non vergognarsi, non avere paura, non provare ripugnanza a toccare la carne di Cristo! Madre Lupita aveva capito che cosa significa questo toccare la carne di Cristo. Anche oggi le sue figlie spirituali cercano di riflettere l’amore di Dio nelle opere di carità, senza risparmiare sacrifici e affrontando con mitezza, con perseveranza apostolica (hypomonē), sopportando con coraggio qualunque ostacolo.

Questa nuova Santa messicana ci invita ad amare come Gesù ci ha amato, e questo comporta non chiudersi in se stessi, nei propri problemi, nelle proprie idee, nei propri interessi, in questo piccolo mondo che ci arreca tanto danno, ma uscire e andare incontro a chi ha bisogno di attenzione, di comprensione, di aiuto, per portagli la calorosa vicinanza dell’amore di Dio, attraverso gesti di delicatezza, di affetto sincero e di amore.

Fedeltà a Cristo e al suo Vangelo, per annunciarlo con la parola e con la vita, testimoniando l’amore di Dio con il nostro amore, con la nostra carità verso tutti: sono luminosi esempi ed insegnamenti che ci offrono i Santi proclamati oggi, ma che suscitano anche domande alla nostra vita cristiana: Come io sono fedele a Cristo? Portiamo con noi questa domanda, per pensarla durante la giornata: come io sono fedele a Cristo? Sono capace di far vedere  la mia fede con rispetto, ma anche con coraggio? Sono attento agli altri, mi accorgo di chi è nel bisogno, vedo in tutti fratelli e sorelle da amare? Chiediamo, per intercessione della Beata Vergine Maria e dei nuovi Santi, che il Signore riempia la nostra vita con la gioia del suo amore. Così sia.

© Copyright 2013 – Libreria Editrice Vaticana

Dal Martirio sul Colle della Minerva
alla Santificazione del 2013

Le tappe verso la canonizzazione

Le fasi di un lungo percorso

* 13 agosto 1480: Circa 800 Otrantini, guidati e sostenuti da Antonio Pezzulla, denominato Primaldo, vengono decapitati sul Colle della Minerva.

* 14 agosto 1485: primo anno in cui la ricorrenza del martirio fu comunitariamente celebrata in Otranto.

* 1539 (17 giugno – 22 settembre): celebrazione del processo (Informo), presieduto dal Vescovo Antonio de Beccaris con la deposizione di dieci testimoni oculari sopravvissuti.

* 1721: I Martiri vengono dichiarati patroni principali della Città e dell’Arcidiocesi.

* 14 dicembre 1771: la Congregazione dei Riti, dopo regolare processo canonico e per decisione del Papa Clemente XIV, emana il Decreto di conferma del culto da tempo immemorabile (beatificazione equipollente) tributato ai Martiri di Otranto.

* 5 ottobre 1980: Pellegrinaggio apostolico ad Otranto del Papa Beato Giovanni Paolo II nella ricorrenza del quinto centenario del martirio.

* 27 maggio 1994: Decreto della Congregazione delle cause dei Santi con cui si riconosce la validità dell’Inchiesta Diocesana sulla storicità del martirio, tenuta dal 16 febbraio 1991 al 21 marzo 1993.

* 6 luglio 2007: Il Santo Padre Benedetto XVI dispone che la Congregazione delle Cause dei Santi pubblichi il Decreto sul martirio.

* 27 maggio 2011: la Congregazione delle Cause dei Santi con Decreto riconosce la validità della Inchiesta diocesana (27 luglio 2010 – 16 aprile 2011) su una guarigione ritenuta miracolosa riguardante Sr. Francesca Levote, delle Sorelle Povere di Santa Chiara del Monastero di Otranto, da una grave forma di cancro.

* 20 dicembre 2012: Il Santo Padre Benedetto XVI autorizza la Congregazione delle Cause dei Santi a pubblicare il Decreto sul Miracolo. In esso si riconosce la guarigione prodigiosa rapida, completa e duratura della Religiosa Clarissa operata dal Signore per intercessione dei Beati Martiri Antonio Primaldo e Compagni, cancro endometrioide dell’ovaio con progressione metastatica (IV stadio) e grave complicazione dello stato generale.

* 11 febbraio 2013: nel corso del Concistoro Ordinario Pubblico il Santo Padre Benedetto XVI ha decretato che i Beati Antonio Primaldo e Compagni, Martiri, siano iscritti nell’Albo dei Santi di domenica 12 maggio 2013.

Congregazione delle cause dei Santi

Decreto approvazione Martirio

Canonizzazione dei Beati Antonio Primaldo laico e compagni (+1480)

E se anche dovreste soffrire per la giustizia, beati voi!
Non vi sgomentate per paura di loro, né vi turbate,
ma adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori,
pronti sempre a rispondere a chiunque
vi domandi ragione della speranza che è in voi

1Pt 3,14-15

L'apostolo Pietro incita i cristiani a non aver paura delle persecuzioni che si abbattono su di loro e li esorta a farsi trovare pronti a rendere ragione della speranza in Cristo Signore. Secondo questi insegnamenti si sono comportati il Beato Antonio Primaldo e i suoi Compagni, i quali manifestarono con coraggio la fede fino a preferire morire piuttosto che abiurarla.

Dopo la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi nel 1453 e l'assedio a Belgrado del 1456, il sovrano dell'impero degli Ottomani tentò invano, nel 1479, la conquista dell'isola di Rodi. Puntò allora sull'estrema costa dell'Italia, la più vicina ai porti albanesi già in suo possesso. Il 28 luglio 1480 i Turchi si avvicinarono, con circa 140 navi e circa 15000 uomini, alla città di Otranto, dove vivevano Antonio Primaldo e i suoi Compagni. La città, allora, contava al massimo seimila abitanti ed era stata abbandonata dal presidio aragonese, per gli impegni militari in Toscana. Appena posto l'assedio, i Turchi immediatamente richiesero la resa. Di fronte al rifiuto, la città fu bombardata e, il 12 agosto, cadde nelle mani dei Turchi che la saccheggiarono e uccisero l'Arcivescovo Stefano, i canonici, diversi sacerdoti e numerosi fedeli riuniti nella Cattedrale.

Il giorno seguente, il comandante Gedik Achmed Pascià, ordinò che tutti gli uomini superstiti, circa ottocento dai quindici anni in su, fossero condotti presso l'accampamento turco e costretti ad apostatare. Istantanea e decisa fu la risposta che a nome di tutti venne data da Antonio Primaldo, un umile calzolaio o cimatore di panni. Dichiarò che «essi tenevano Gesù Cristo per figliolo di Dio e che piuttosto volevano mille volte morire che rinnegarlo e farsi Turchi». Achmed Pascià ordinò allora l'immediata esecuzione capitale. Ebbero la testa o il corpo tagliati. Per un anno i corpi giacquero insepolti sul luogo del supplizio, dove vennero ritrovati dalle truppe inviate a liberare Otranto. Nel maggio 1481, furono deposti nella vicina chiesa «al fonte della Minerva» e trasferiti, nel settembre seguente, nella sede della Cattedrale. Nel 1490, Alfonso d'Aragona fece trasportare a Napoli parecchi corpi.

Questi testimoni di Cristo furono subito riconosciuti Martiri e divennero oggetto di venerazione da parte del popolo che li considerava validi intercessori presso Dio. Fin dall'antichità la Chiesa Idruntina celebra devotamente la loro memoria, ogni anno, il 14 agosto. Nel 1539 fu fatta una prima inchiesta per la loro beatificazione, ripresa più volte negli anni successivi; ma solo nel 1755-56 si potè tenere in Otranto, sotto il Vescovo Niccolò Caracciolo, il processo ordinario, i cui atti però non furono ritenuti validi dalla Sacra Congregazione dei Riti.

Dal 1770 al 1771 fu celebrato un secondo processo ordinario dal Vescovo di Lecce Alfonso Sozy Carafa. Questo fu presto studiato a Roma e si ottenne il 14 dicembre 1771 il decreto di conferma del culto da tempo immemorabile tributato ai Martiri di Otranto, che nel 1721 erano stati dichiarati Patroni principali di quella Città e Arcidiocesi. Il culto tributato ai Beati si è rivelato particolarmente intenso nel 1980 in occasione del quinto centenario dell'evento. Le feste furono concluse solennemente con la celebrazione presieduta dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II il 5 ottobre 1980 in Otranto. La canonizzazione di questi Beati è stata sempre e continuamente auspicata, ma soltanto recentemente è stato possibile raccogliere in modo sistematico la documentazione storica circa il fatto del martirio. La commissione storica fu nominata dall'Arcivescovo di Otranto nel 1988. L'Inchiesta Diocesana, celebrata negli anni 1991-1993, è stata riconosciuta valida dalla Congregazione delle Cause dei Santi con Decreto del 27 maggio 1994. Il 28 aprile 1998 si è svolto il Congresso dei Consultori Storici. Il 16 giugno 2006 si è tenuto, con esito positivo, il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi. I Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria del 17 aprile 2007, sentita la relazione del Ponente della Causa, l'Ecc.mo Mons. Salvatore Boccaccio, Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, hanno riconosciuto che i Beati Antonio Primaldo e Soci Laici furono uccisi per la loro fedeltà a Cristo.

Il Sommo Pontefice Benedetto XVI informato dettagliatamente di tutti questi dati dal sottoscritto Cardinale Prefetto, accogliendo i voti della Congregazione delle Cause dei Santi e ratificandoli, nel giorno di oggi, ha dichiarato:

Consta il martirio per la fede

dei Beati Antonio Primaldo, Laico, e Compagni

Il Sommo Pontefice ha disposto che il presente Decreto fosse pubblicato e conservato tra gli atti della Congregazione delle Cause dei Santi.

Dato a Roma, il giorno 6 luglio, anno del Signore 2007

José Card. Saraiva Martins
Prefetto

Michele Di Ruberto
Arcivescovo Titolare di Biccari
Segretario

I processi canonici dei Santi Martiri di Otranto

Dal Primo Processo Canonico Otrantino alla Beatificazione

1539 Su proposta del Sindaco di Otranto Giovanni Francesco de Cesanis circa la forma del culto prestato ai Martiri uccisi sul Colle della Minerva presentata all’arcivescovo Pietro Antonio de Capua (1536-1579), il Vicario in spiritualibus mons. Antonio De Beccariis, Vescovo di Scutari, dal 17 giugno al 22 settembre redige con le deposizioni di dieci onorevoli Cittadini … stimati da tutti come probi, onorevoli e buoni, e di mente sana l’Informatio (o Informo o Primo Processo Canonico Otrantino) sulla storia e il culto dei Martiri e sui segni prodigiosi da loro compiuti.

1771 A seguito del Breve Caelestis Hierusalem cives del 5 luglio 1634 del papa Urbano VIII, che innovava in materia processuale regolando l’attività della competente Congregazione Romana, l’Arcidiocesi nel settembre 1755 istruisce il Processo di conferma del culto dei Martiri di Otranto, inoltrandolo alla S. Congregazione dei Riti. Dopo alcuni anni di intenso lavoro l’iter processuale si conclude con il Decretum super Cultu ab immemorabili tempore praestito Beatis Antonio, et sociorum martyribus hydruntinis, emanato il 7 dicembre dalla Congregazione dei Riti e confermato il 14 seguente dal pontefice Clemente XIV.

1980 Domenica 5 ottobre Sua Santità Giovanni Paolo II si reca in Visita Pastorale ad Otranto per rendere venerazione ai Beati Martiri del 1480, uccisi in odio alla fede sul colle della Minerva, nel quinto centenario dell’evento.

1988 L’arcivescovo Vincenzo Franco, raccogliendo l’impegno di ricerca storica avviata in diocesi dal suo Predecessore il Servo di Dio Nicola Riezzo di v.m., costituisce la Commissione Storica in vista della raccolta sistematica della documentazione storica circa il fatto del martirio.

1991-1993 In diocesi si apre (16 febbraio 1991) e si conclude (21 marzo 1993) il Processo Canonico per la Canonizzazione dei Beati Martiri di Otranto, che viene portato e presentato a Roma presso la Congregazione delle Cause dei Santi, da questa riconosciuto valido con Decreto del 27 maggio 1994 (P.N. 1678).

1995 Il 17 ottobre il Relatore storico P. Yvon Beaudoin omi presenta il poderoso volume a stampa della Positio super martyrio (Rosario Jurlaro, collaboratore; p. Ambrogio Sanna ofm conv., postulatore) comprendente la Informatio (pp. VII-CXXVII) e il Summarium Documentorum (pp. 3-569). Nella Positio scrive il relatore storico i Rev.mi Consultori, gli Ecc.mi Prelati e gli Em.mi Cardinali troveranno un materiale abbondante e ben elaborato, di una grande ricchezza di contenuto storico, che permetterà di esprimere il loro giudizio sul martirio di Antonio Primaldo e Compagni, uccisi nel 1480 in odio alla fede nella città di Otranto.

1998 Il 28 aprile si tiene il Congresso dei Consultori Storici, nominati dalla Congregazione delle Cause dei Santi, con parere ampiamente favorevole.

2006 Il 16 giugno si svolge, con esito positivo, il Congresso Peculiare dei Consultori Teologi i quali, in conclusione, hanno auspicato che questi eroici figli della Chiesa che è in Otranto possano giungere presto, se così piace al Santo Padre, al desiderato traguardo della Canonizzazione.

2007 Il 17 aprile i Padri Cardinali e Vescovi nella Sessione Ordinaria, sentita la relazione del Ponente della Causa l’Ecc.mo mons. Salvatore Boccaccio, Vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino, riconoscono che i Beati Antonio Primaldo e Soci laici furono uccisi per la loro fedeltà a Cristo.
Il 6 luglio il Santo Padre Benedetto XVI, ricevendo in udienza privata Sua Eminenza Rev.ma il Sig. Cardinale José Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizza la Congregazione a promulgare il Decreto riguardante Il Martirio dei Beati Antonio Primaldo e Compagni Laici uccisi in odio alla Fede il 13 agosto 1480 ad Otranto (Italia)

Immediatamente e con immensa gioia il nostro venerato Pastore, l’arcivescovo Mons. Donato Negro, ha diramato una sua notificazione alla Chiesa di Dio che è in Otranto esprimendo, a nome della Comunità diocesana, riconoscente gratitudine al Santo Padre Benedetto XVI per tale solenne definitivo pronunciamento della Santa Sede sul martirio cristiano dei nostri Fratelli di fede del 1480, Patroni della Città e dell’Arcidiocesi.

L'assalto e la presa di Otranto del 1480-81 da parte degli Ottomani e l'evento martiriale dei Santi Martiri si inquadrano storicamente nei contrastati rapporti tra l'Europa e l'Impero Ottomano.

La storia dei Santi Martiri di Otranto

Cenni Storici

L’assalto e la presa di Otranto del 1480 – 1481 da parte degli Ottomani e l’evento martiriale dei Santi Antonio Primaldo e Compagni si inquadrano storicamente nel contrastato contesto bellico che si determinò per molto tempo nei rapporti tra l’Europa e l’Impero Ottomano.

Dopo la caduta di Costantinopoli in mano agli Ottomani, nel 1453, e l’assedio a Belgrado nel 1456, l’Imperatore Maometto II, sovrano dell’Impero Ottomano, tentò invano nel 1479 la conquista dell’isola di Rodi.
Puntò allora sull’estrema costa d’Italia, la più vicina ai porti dell’Albania già in suo possesso. I Turchi si avvicinarono alla Città di Otranto con circa 150 navi e 15.000 uomini. La Città contava circa 6.000 abitanti ed era abbandonata dalle milizie aragonesi, impegnate in Toscana. Appena dopo l’assedio, fu avanzata richiesta di resa come abiura alla fede in Cristo e la conversione all’Islam. Di fronte al rifiuto, la Città fu bombardata, e il 12 agosto, cadde nelle mani degli invasori che la saccheggiarono e uccisero l’Arcivescovo Stefano Pendinelli, canonici, religiosi e numerosi fedeli nella Cattedrale.

Il giorno dopo, il comandante Gedik Achmet Pascià ordinò che tutti gli uomini superstiti, circa ottocento dai quindici anni in su, fossero condotti presso l’accampamento turco e obbligati ad apostatare. Istantanea e decisa fu la risposta che a nome di tutti venne data da Antonio Pezzulla, denominato Primaldo, un umile calzolaio o cimatore di panni. Dichiarò che essi tenevano Gesù Cristo per figliolo di Dio e loro Signore e vero Dio, e che piuttosto volevano mille volte morire che rinnegarlo e farsi Turchi.

Achmet Pascià ordinò allora l’immediata esecuzione capitale. Ebbero la testa o il corpo tagliati. Per un anno i corpi giacquero insepolti sul luogo del supplizio dove vennero ritrovati dalle truppe inviate a liberare Otranto. Nel giugno 1481, furono deposti nella vicina chiesa «al fonte della Minerva» e trasferiti il 13 ottobre seguente, nella Cattedrale.

Nel 1490 Alfonso d’Aragona fece traslare solennemente a Napoli parecchi corpi, oggi custoditi e venerati nella chiesa di Santa Caterina a Formello.

Agli inizi del 1500 fu eretta nella Cattedrale una Cappella per accogliere definitivamente le Reliquie dei Martiri, meta ininterrotta di fedeli e pellegrini che sostano in venerazione.

Questi testimoni di Cristo furono subito riconosciuti e venerati dal popolo come veri Martiri della fede e la Chiesa Idruntina da sempre il 14 agosto ne celebra solennemente la memoria.