Seminatori di speranza

Formazione e lavoro per generare speranza nei giovani. Questo il tema del Seminario di formazione etico sociale dell’Arcidiocesi di Otranto, appuntamento annuale che si è svolto nel tardo pomeriggio di oggi presso l’Auditorium Porta d’Oriente.
Introdotto da Daniela Vantaggiato, direttore di Pastorale Sociale del lavoro, ha visto il dialogo tra Padre Francesco Neri e il prof. Fabio Pollice, rettore di Unisalento.
La comunità ecclesiale ha invitato le scuole e gli amministratori locali inaugurando un dialogo con la massima istituzione formativa del territorio, l’Università del Salento.

“La speranza cristiana è fondata sul mistero pasquale, la vittoria dell’amore sul male. L’amore è fragile, vulnerabile, ma ha l’ultima parola, vince sempre”, ha detto Padre Francesco. “Il binomio formazione-lavoro è più importante di prima. In teoria la formazione è necessaria per scegliersi il lavoro che si vuole fare. Ci vuole la formazione perché la società cambia velocemente”.
Aiutati che Dio ti aiuta: “Dio non farà niente al posto mio, per aiutarmi ha creato me stesso. La fede in Dio presuppone che l’uomo si impegni pienamente. La prima provvidenza con cui Dio mi aiuta sono io”.
Il territorio: “Per vincere dobbiamo essere uniti, tutta la Puglia, fare squadra, il nostro territorio potrebbe passare di moda. Dialogare con il Mediterraneo e con l’Europa. Quello che serve oggi è una nuova utopia: di chi progetta un futuro migliore del presente. Dobbiamo aiutare i giovani a continuare a sognare con il sogno che deve essere di tutti”.

Il Magnifico Rettore Pollice si è soffermato a lungo sul termine formazione: “Serve a coltivare la speranza, ed è fondamentale anche per accompagnarci nella vita. Qualcuno ci vuole far credere che la formazione sia una fabbrica di competenze, ma è soltanto uno strumento per raggiungere un obiettivo lavorativo.
“Seguire la propria vocazione vuol dire essere felici nella vita. La vita non è il fine, è il percorso. E la formazione dovrebbe darci il fine ultimo della nostra esistenza. Questa è una terra che si costruisce intorno all’accoglienza e all’amore”, ha concluso.

Al dialogo sono seguite le testimonianze di chi ha reso produttive le proprie conoscenze e capacità e ha creato e dato lavoro.