Ieri sera, presso il bellissimo giardino del monastero “San Nicolò” a Otranto (Clarisse), ha avuto luogo un momento di riflessione sul Cantico delle creature di san Francesco d’Assisi, nell’VIII centenario della sua composizione.
Un’iniziativa a cura dell’Ufficio diocesano per la pastorale del tempo libero, turismo, sport e pellegrinaggi: “Abbiamo voluto provare a fare dialogare Francesco non solo col mondo della spiritualità, ma anche con altri mondi che sembrerebbero distanti: teatro, musica, danza”, ha commentato don Luigi d’Amato, direttore dell’ufficio. “Un esperimento per porre la nostra fede in dialogo con la cultura nelle sue varie espressioni”.
“Il cantico delle creature ha ispirato numerose opere d’arte e non cessa di essere di ispirazione”, ha detto Mons. Francesco Neri. “San Francesco afferma che Dio è cortesia e ci richiama a desiderare e a orientare bene i nostri desideri. Contemplare la luna e le stelle vuol dire far crescere in noi un desiderio di bellezza. Tutte le stelle hanno un nome, Dio lo conosce e ci chiama a uno a uno. Dio un nome ce lo ha riservato, non dobbiamo essere grandi stelle come è stato San Francesco, ma stelle comuni che, con il proprio lavoro quotidiano, rendono la notte meno scura”.
E ha proseguito: “Lo sguardo poi va a ciò che si trova sulla terra, agli elementi della creazione. E alla storia, a ciò che accade: conflitti e sofferenza. Se mettiamo al primo posto l’IO, si finisce per litigare. L’umiltà prima di tutto è una caratteristica di Dio e anche dell’uomo. Cosa siamo dinanzi a Dio se non un po’ di terra? Tutto ci è dato da Dio. Dobbiamo imparare a chiedere perdono e offrire perdono”.
E infine: “Francesco chiama la morte sorella. Ha saputo morire a se stesso quando ha dato il bacio al lebbroso, superando la paura di morire. Poi ha sperimentato una piccola morte quando il suo Isacco se n’è andato. E una sorta di morte è stata per lui l’esperienza delle stimmate. Per noi cristiani la morte è qualcosa che possiamo chiamare sorella perché ci introduce nella piena unione con Dio. E vorrei invitarvi a guardare con gli occhi di San Francesco anche le nostre sconfitte”.
Ringraziamo il musicista Massimo Donno, l’attrice Sara Calò, la danzatrice Chiara Toma, le suore Alcantarine di Maglie per la collaborazione, le sorelle Clarisse per l’ospitalità e La Torre Service.