Commento al Vangelo. Solennità di Pentecoste

La riflessione di don Tiziano Galati

Questa Solennità conclude i cinquanta giorni della Pasqua (da qui il nome) e segna l’inizio per i cristiani del tempo della Chiesa, che ha la sua origine sotto la Croce ma trova la forza della sua opera dallo Spirito che scende sulla comunità dei discepoli, come leggiamo nella Prima Lettura, rendendoli capaci della testimonianza che Gesù aveva comandato loro.
Il primo annuncio della fede avviene in Gerusalemme che viene presentata negli Atti degli Apostoli come la sintesi del mondo conosciuto, basta vedere l’elenco dei popoli presenti.
La festa di Pentecoste per gli ebrei era il ricordo della Consegna della Legge a Mosè sul Sinai da parte di Dio ed era una delle feste in cui bisognava salire a Gerusalemme.
Lo Spirito diventa per la Chiesa la nuova Legge che Dio consegna, tanto che l’apostolo Paolo, scrivendo alle comunità della Galazia, dice che chi si lascia guidare dallo Spirito non è soggetto alla Legge, fatta di sterili precetti.
Lo Spirito è “vivificante” come proclamiamo nella Professione di fede, e ci spinge a camminare.
Da notare il plurale delle opere della carne che nascono da un principio cattivo che tende alla disgregazione dell’uomo e della comunità: si oppone al singolare del frutto dello Spirito che si esplica in diversi doni, nasce da un principio buono e tende all’unità della persona e della comunità. Lo Spirito è Colui che ricorderà alla Chiesa la testimonianza di Gesù, renderà presente il Signore ricordando le Sue parole, aiutando la Chiesa a rendere testimonianza davanti alla storia.

Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico

Don Tiziano Galati - Responsabile dell'Apostolato Biblico