FESTA DELLA SANTA FAMIGLIA DI NAZARETH

La riflessione di Don Tiziano Galati.

Ancora una volta come prima della celebrazione del Santo Natale protagonista della pagina evangelica risulta essere Giuseppe di Nazareth che come padre di Gesù secondo la Legge, viene esortato a custodire e proteggere questo bambino che ha ormai compreso essere speciale. Il re Erode stesso, sentitosi minacciato nella sua autorità politica, decide di trovare questo bambino e ucciderlo. Giuseppe, ancora una volta presta ascolto alla parola che viene dal Signore o obbedisce affrontando un duplice viaggio, prima verso l’Egitto e poi il ritorno verso la Galilea, dove stabilì la sua dimora nella piccola borgata di Nazareth. Giuseppe è chiamato a custodire “il bambino e sua madre”, per due volte viene ripetuta questa frase, dicendo che c’è un profondo legame tra i due e che Giuseppe partecipa in maniera particolare di questo singolare rapporto. Nella Prima Lettura sembra che il rapporto di custodia sia inverso, sono i figli a dover custodire i genitori, il padre, nel momento della vecchiaia, anche se dovesse perdere il senno. Un profondo rispetto è comandato ai figli per i propri genitori perché ad essi è dovuto un grande onore come ricorda il comandamento stesso di Dio, il quarto (Es 20,12; Dt 5,16), di cui il testo di Siracide sembra un commento e un’applicazione. Si onorano i genitori perché e in quanto insegnano ad ascoltare e mettere in pratica la volontà di Dio, per questo anche loro vanno onorati nel senso concreto dell’ascolto, dell’ubbidienza, del servizio, del compatimento e del ricordo. Ciò che la tradizione sapienziale a cui appartiene il Libro di Ben Sira chiama “onore”, viene definito “carità, agape” di cui rivestirsi, che si manifesta in Cristo Gesù e attraverso la quale leggere i rapporti di parentela e anche lo stesso verbo “sottomettere” che troviamo nel v.18 e che ad orecchie moderne potrebbe suonare non gradito. I rapporti sociali, che naturalmente risentono delle coordinate culturali dell’epoca vengono riletti attraverso il continuo riferimento al Signore.

Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico