Commento al Vangelo. XXIX Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

La riflessione di Don Tiziano Galati.

Ancora una volta Gesù usa un linguaggio paradossale per dirci qualcosa dell’agire di Dio: il paragone tra l’operare divino e “il giudice di ingiustizia”, come lo chiama Gesù stesso al v.6 è veramente azzardato.
La parabola è introdotta dall’evangelista che ci aiuta a riflettere sulla preghiera insistente, come fa intendere l’avverbio “sempre” e la costruzione “senza stancarsi mai”. Ma c’è un altro significato del verbo greco che ci permette di legare la parabola di Gesù all’ultimo versetto della pagina evangelica di oggi: senza scoraggiarsi, senza sfiduciarsi.
Gesù alla fine della parabola pone la domanda se il Figlio dell’uomo troverà ancora fede sulla terra. La preghiera allora viene incorniciata nella doppia caratterizzazione dell’insistenza e della fiducia con cui viene rivolta.
Questo doppio atteggiamento lo riscontriamo in Mosè nella Prima Lettura e nella vedova di cui parla il Vangelo. Mosè alza le mani verso Dio e poi Aronne e Cur lo aiuteranno a mantenerle alzate, mentre il popolo combatte; questo è il segno dell’orante, come vediamo anche nell’arte paleocristiana, nelle Catacombe di San Callisto e di Priscilla a Roma. Ma ciò che garantisce la vittoria a Israele non è questo gesto che potrebbe avere anche una valenza magica, ma la fede con cui Mosè rivolge la preghiera a Dio e la fiducia di essere ascoltato.
Così la vedova nel Vangelo: alla insistenza con cui va a chiedere al giudice di essere difesa si accompagna la fiducia che prima o poi il giudice acconsentirà alla sua richiesta e così accade.
Anche l’apostolo Paolo esorta (anche se il verbo greco è un imperativo, un comando quindi) il suo discepolo Timoteo a rimanere “saldo nelle cose imparate e credute”. Questa è la garanzia che si ottiene da Dio ciò che chiediamo, anche se questo non avviene in maniera immediata, anche se spesso Dio sembra non sentire. Proprio in questa situazione è necessario vivere una preghiera che non conosce smarrimento né scoraggiamento: ecco allora che la vedova del Vangelo diventa immagine e modello di perseveranza nella preghiera.
Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico