Commento al Vangelo

Commento al Vangelo. XVII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

La riflessione di Don Tiziano Galati

La Liturgia della Parola di questa domenica ci mette di fronte a uno dei temi più cari all’evangelista Luca: la preghiera, condensata nell’unica formula di invocazione che il Signore Gesù ci ha lasciato e che è il Padre nostro, preghiera che ci appartiene ma che, nello stesso tempo, ci sfugge perché ci supera. Al contrario della redazione di Matteo che è la formula che normalmente si recita nella liturgia, Luca ne presenta una più breve che ha il suo fulcro nella paternità di Dio da cui proviene ogni dono perfetto: il compiersi del suo regno, il pane che sostiene la vita di ogni uomo, il perdono dei peccati e l’essere custoditi nella tentazione.

Il Signore ci dice anche il modo con cui pregare, con quali sentimenti: la confidenza e l’insistenza espressa dalla parabola dell’amico importuno. Realtà che ritroviamo anche nel dialogo che intercorre tra Dio e Abramo nella Prima Lettura circa la sorte di Sodoma, per la quale il patriarca spende la sua intercessione. Anche qui si esprime una caratteristica della preghiera che non è un mero ripetere di formule, ma un dialogo, una relazione, un rapporto, come sottolineato anche dall’incipit della preghiera di Gesù: Padre, da cui viene la vita nuova per i credenti nella misura in cui partecipano alla morte e alla resurrezione di Cristo, come proclama l’apostolo Paolo nella Seconda Lettura.

Ancora la dimensione della paternità di Dio emerge nella terza parte della pagina evangelica dove, attraverso le tre coppie “chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto”, ci viene insegnata la fiducia da riporre nella preghiera che, se fatta superficialmente, non ottiene alcun risultato. Il secondo termine delle tre coppie è al futuro: indica sia il dopo della preghiera sia il fatto che non sempre l’esaudimento è al presente, è immediato, ma comunque è certo come si vede nella congiunzione “infatti” del testo greco, tradotta come un “perché” nel testo italiano. Il futuro è risposta all’attesa della fede, contesto nel quale si vive la preghiera.

Don Tiziano Galati
Responsabile dell’Apostolato Biblico
Ufficio Catechistico