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Settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani 2024

L’Ufficio Ecumenico dell’Arcidiocesi di Otranto e il Centro Ecumenico Oikos “P.A. Lundin” propongono cinque iniziative nella 𝐒𝐞𝐭𝐭𝐢𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐝𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐠𝐡𝐢𝐞𝐫𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐥’𝐔𝐧𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐞𝐢 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧𝐢 𝟐𝟎𝟐𝟒, che si terrà dal 18 al 25 gennaio. «Amerai il Signore Dio tuo e il tuo prossimo come te stesso», è questo versetto del Vangelo di Luca il tema di quest’anno. Un’esortazione ai cristiani chiamati ad agire come Cristo, mostrando misericordia verso chi è nel bisogno, verso il “prossimo”.
Un appuntamento ecumenico internazionale che si ripete da più di cento anni e che coinvolge le comunità cristiane di tutto il mondo, con la programmazione di diversi momenti di incontro e riflessione all’insegna dell’ecumenismo.

Dialogo e conflitto nella coppia

𝐏𝐚𝐬𝐭𝐨𝐫𝐚𝐥𝐞 𝐟𝐚𝐦𝐢𝐥𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢𝐨𝐜𝐞𝐬𝐚𝐧𝐚

Il 14 gennaio, dalle 16:30 alle 19:30 presso l’Oratorio parrocchiale “M. SS. Annunziata” a Castrignano de’ Greci, si svolgerà l’incontro della Pastorale familiare diocesana 𝐷𝑖𝑎𝑙𝑜𝑔𝑜 𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑓𝑙𝑖𝑡𝑡𝑜 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑜𝑝𝑝𝑖𝑎 a cura del dott. Francesco Aprile.

Caritas Idruntina: percorso di formazione 2024

𝐏𝐞𝐫𝐜𝐨𝐫𝐬𝐨 𝐝𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐂𝐚𝐫𝐢𝐭𝐚𝐬 𝐈𝐝𝐫𝐮𝐧𝐭𝐢𝐧𝐚 𝟐𝟎𝟐𝟒

Il primo servizio: la formazione.
Siamo talmente presi dalla smania di “dover fare”, “dover aiutare”, “dover dare risposte ai bisogni” che molto spesso dimentichiamo la “qualità” e la “specificità” dell’essere operatori e volontari nella Caritas diocesana e parrocchiale.
Sentire il dovere di formarsi non è solamente acquisire nuove informazioni, ma piuttosto “mettersi in gioco” per rimotivare l’opzione fondamentale per i poveri alla quale l’Evangelo ci chiama e viverla non come “eroi solitari”, ma dentro una Chiesa concreta che cammina in un territorio e che è chiamata ad offrire, attraverso le opere di Carità e la ricerca della giustizia, l’annuncio di Gesù, unico Salvatore del mondo.

Queste considerazioni hanno ispirato il percorso di formazione per gli operatori e i volontari della Caritas diocesana e delle Caritas parrocchiali che vi proponiamo in questo anno.
Partiremo dall’identità dei volontari Caritas e ci domanderemo se siamo “per i poveri” o “con i poveri”; quindi sosteremo sulla dimensione dell’ascolto di Dio e delle storie di vita degli altri, per riflettere poi sul metodo che siamo chiamati ad incarnare nei nostri servizi. Nell’ultimo incontro di aprile ci confronteremo sul cammino sinodale della Chiesa chiedendoci in maniera specifica quale può essere il contributo che la nostra Caritas può offrire alla nostra diocesi perché tutta la comunità assuma i “poveri” e le “povertà” come principio architettonico sul quale costruire percorsi comunitari di vita evangelica.

Il primo appuntamento è lunedì 15 gennaio alle ore 19:00 presso l’Auditorium della Chiesa dell’Addolorata a Maglie.

L’auspicio è che tutti i volontari e gli operatori delle Caritas diocesana e delle Caritas Parrocchiali sentano che il primo servizio che possono concretamente offrire agli altri e alla Chiesa è quello di formarsi, di crescere insieme. Tutto ciò ha bisogno di una buona dose di umiltà. Vi aspettiamo!

Francesco. Uomo veramente cristianissimo

Continua il tour di “𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨. 𝐔𝐨𝐦𝐨 𝐯𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐫𝐢𝐬𝐭𝐢𝐚𝐧𝐢𝐬𝐬𝐢𝐦𝐨”, Opera Musical sulla vita di San Francesco d’Assisi, con le musiche di don Biagio Mandorino e libretto di don Tiziano Galati. Coreografie di Emy Ferrari. Coro e solisti della diocesi di Otranto.
Il 21 gennaio prossimo sarà al Santuario Sant’Antonio a Fulgenzio a Lecce in occasione della Visita del Ministro generale fra Massimo Fusarelli.

“Una preghiera in musica nell’VIII Centenario del ‘Francesco maturo’ che si sta celebrando in varie ricorrenze in questi anni”, commentano i Frati Minori di Lecce che ospiteranno l’evento. “Grazie a don Biagio Mandorino e a don Tiziano Galati per averci offerto questo regalo di Natale e all’Arcivescovo Francesco Neri per aver sostenuto e benedetto l’opera”.

L’anno liturgico

𝐈𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐥𝐢𝐭𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐚

𝐈𝐧𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐦𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐥𝐢𝐭𝐮𝐫𝐠𝐢𝐜𝐚

𝐶𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑒𝑝𝑜𝑐ℎ𝑒 𝑒 𝑙𝑢𝑜𝑔ℎ𝑖 𝑛𝑒𝑖 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑖 𝑙𝑎 𝑐𝑒𝑙𝑒𝑏𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑙𝑖𝑡𝑢𝑟𝑔𝑖𝑐𝑜 ℎ𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑎𝑡𝑜 𝑞𝑢𝑎𝑠𝑖 𝑙’𝑢𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑜𝑚𝑢𝑛𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑒𝑑𝑒. 𝑄𝑢𝑒𝑠𝑡𝑎 𝑒𝑠𝑝𝑒𝑟𝑖𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑠𝑡𝑜𝑟𝑖𝑐𝑎 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑠𝑐𝑒 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑧𝑖𝑜𝑠𝑎 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑛𝑜𝑠𝑡𝑟𝑜 𝑡𝑒𝑚𝑝𝑜, 𝑛𝑒𝑙 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑙𝑎 𝑡𝑟𝑎𝑠𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑓𝑒𝑑𝑒 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑛𝑡𝑎 𝑠𝑒𝑚𝑝𝑟𝑒 𝑝𝑖𝑢̀ 𝑑𝑖𝑓𝑓𝑖𝑐𝑖𝑙𝑒 𝑒 𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑢𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝐶𝑟𝑖𝑠𝑡𝑜 𝑠𝑒𝑚𝑏𝑟𝑎 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑟𝑠𝑖 “𝑛𝑒𝑙 𝑓𝑟𝑎𝑛𝑔𝑒𝑛𝑡𝑒 𝑒𝑠𝑡𝑟𝑒𝑚𝑜” (Newmann).

Con questo appuntamento di venerdì 12 gennaio, che avrà luogo alle ore 15:00 a Maglie nella Sala conferenze annessa alla Chiesa Santuario dell’Addolorata, iniziano gli incontri di formazione liturgica, organizzati, come ogni anno, dall’Opera della regalità di N. S. G. Cristo.
Rivolti agli amici e alle socie/i dell’O.R., sono tuttavia aperti a chiunque fosse interessato alla Liturgia e a quanti nelle Comunità parrocchiali sono coinvolti nell’organizzazione della Liturgia come animatori musicali o ministri dell’altare.

ANTONIO ANTONACI

𝐈𝐥 𝟏𝟎 𝐠𝐞𝐧𝐧𝐚𝐢𝐨 𝐬𝐚𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐭𝐚𝐭𝐢 𝐠𝐥𝐢 𝐀𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐂𝐨𝐧𝐯𝐞𝐠𝐧𝐨 𝐝𝐢 𝐬𝐭𝐮𝐝𝐢𝐨 𝐭𝐞𝐧𝐮𝐭𝐨𝐬𝐢 𝐢𝐥 𝟐𝟕 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟏 𝐚 𝐆𝐚𝐥𝐚𝐭𝐢𝐧𝐚 𝐬𝐮 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐢𝐨 𝐀𝐧𝐭𝐨𝐧𝐚𝐜𝐢.

La Sala Conferenze dell’ex Monastero delle Clarisse a Galatina ospiterà il 10 gennaio prossimo la presentazione degli Atti del Convegno di studio tenutosi il 27 settembre 2021 a Galatina, 𝐴𝑛𝑡𝑜𝑛𝑖𝑜 𝐴𝑛𝑡𝑜𝑛𝑎𝑐𝑖: 𝑖𝑙 𝑠𝑎𝑐𝑒𝑟𝑑𝑜𝑡𝑒, 𝑙𝑜 𝑠𝑡𝑢𝑑𝑖𝑜𝑠𝑜, 𝑖𝑙 𝑝𝑢𝑏𝑏𝑙𝑖𝑐𝑖𝑠𝑡𝑎.
S.E. Mons. Francesco Neri parteciperà all’evento che ricorderà Antonio Antonaci, il quale ha contribuito alla conoscenza, alla tutela e alla valorizzazione del patrimonio culturale salentino.

Lettera a tutti i fedeli in occasione del Natale del Signore

NEL SEGNO DEL BAMBINO, IL DONO DI UN NUOVO INIZIO

Carissimi fratelli e carissime sorelle, il Signore vi dia pace!

 

Mi rivolgo a voi in occasione del santo Natale, invitandovi a tornare alle origini del presepio, che fu realizzato per la prima volta da san Francesco d’Assisi esattamente ottocento anni fa, a Greccio.

Il suo primo biografo, Tommaso da Celano, così ci racconta ciò che è avvenuto. San Francesco «meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro.

«A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore. C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne.

«Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: “Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva sul fieno tra il bue e l’asinello”. Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pio amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.

«E giunge il giorno della letizia, il tempo dell’esultanza! Per l’occasione sono qui convocati molti frati da varie parti; uomini e donne arrivano festanti dai casolari della regione, portando ciascuno secondo le sue possibilità, ceri e fiaccole per illuminare quella notte, nella quale s’accese splendida nel cielo la Stella che illuminò tutti i giorni e i tempi. Arriva alla fine Francesco: vede che tutto è predisposto secondo il suo desiderio, ed è raggiante di letizia. Ora si accomoda la greppia, vi si pone il fieno e si introducono il bue e l’asinello. In quella scena commovente risplende la semplicità evangelica, si loda la povertà, si raccomanda l’umiltà. Greccio è divenuto come una nuova Betlemme. Questa notte è chiara come pieno giorno e dolce agli uomini e agli animali! La gente accorre e si allieta di un gaudio mai assaporato prima, davanti al nuovo mistero. La selva risuona di voci e le rupi imponenti echeggiano i cori festosi. I frati cantano scelte lodi al Signore, e la notte sembra tutta un sussulto di gioia. Il Santo è lì estatico di fronte al presepio, lo spirito vibrante di compunzione e di gaudio ineffabile. Poi il sacerdote celebra solennemente l’Eucaristia sul presepio e lui stesso assapora una consolazione mai gustata prima.

«Francesco si è rivestito dei paramenti diaconali perché era diacono, e canta con voce sonora il santo Vangelo: quella voce forte e dolce, limpida e sonora rapisce tutti in desideri di cielo. Poi parla al popolo e con parole dolcissime rievoca il neonato Re povero e la piccola città di Betlemme. Spesso, quando voleva nominare Cristo Gesù infervorato di amore celeste lo chiamava “il Bambino di Betlemme”, e quel nome “Betlemme” lo pronunciava riempiendosi la bocca di voce e ancor più di tenero affetto, producendo un suono come belato di pecora. E ogni volta che diceva “Bambino di Betlemme” o “Gesù”, passava la lingua sulle labbra, quasi a gustare e trattenere tutta la dolcezza di quelle parole. Vi si manifestano con abbondanza i doni dell’Onnipotente, e uno dei presenti, uomo virtuoso, ha una mirabile visione. Gli sembra che il Bambinello giaccia privo di vita nella mangiatoia, e Francesco gli si avvicina e lo desta da quella specie di sonno profondo. Né la visione prodigiosa discordava dai fatti, perché, per i meriti del Santo, il fanciullo Gesù veniva risuscitato nei cuori di molti, che l’avevano dimenticato, e il ricordo di lui rimaneva impresso profondamente nella loro memoria. Terminata quella veglia solenne, ciascuno tornò a casa sua pieno di ineffabile gioia» (Vita prima di san Francesco d’Assisi, XXX, 84-86: Fonti francescane 467-470).

Seguiamo san Francesco nel suo fissare lo sguardo su Gesù Bambino, che lo riempie di tanta gioia e dolcezza.

Ma dobbiamo prima chiederci: come possiamo arrivare a Dio? Lo sforzo compiuto dall’umanità per incontrare Dio nel corso dei secoli è impressionante, ma giunge alla mèta? Quanti segni l’uomo ha creduto di scorgere come provenienti da Dio: la creazione, le rivelazioni, alcuni luoghi o eventi considerati propizi… Ma sono segni sicuri? Molta ambiguità permane ancora in essi.

Ora, nella notte di Natale, Dio squarcia il cielo e parla all’uomo, raggiungendo e oltrepassando il nostro desiderio. Lo fa attraverso il segno indicato ai pastori: «Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia» (Luca 2,12). Il segno che Dio offre all’uomo, è un bambino. Che cosa esso esprime?

Da un lato, il bambino significa la piccolezza, la vulnerabilità, ma anche l’affettività, la tenerezza. Da un bambino non dobbiamo difenderci, anzi dalla sua inermità ci sentiamo disarmati, e dalla sua dolcezza ci sentiamo attratti. Ebbene Dio ci invita alla fiducia nei suoi confronti. Talora l’umanità ha raffigurato Dio con connotazioni tremende. A Natale il Dio di Gesù Cristo, attraverso il Bambino di Betlemme, dice all’uomo che non deve temerlo, ma che al contrario può abbandonarsi alla relazione con Lui in piena fiducia.

Dall’altro lato, il bambino significa la possibilità di un nuovo inizio. È così quando nasce un bimbo in una famiglia: se tutto era fermo, a partire dal bambino che è nato tutto si rimette in marcia. I ruoli sono rinnovati nella relazione con il neonato, e si riprende a progettare il futuro. Il bambino porta speranza e dona futuro. Nel Bambino di Betlemme, Dio ci annuncia che per ognuno di noi è possibile un nuovo inizio. Qualunque sia il modo in cui abbiamo speso la nostra vita, giusto o sbagliato, con Gesù Dio dona ad ognuno di noi la possibilità di ricominciare, Dio ci apre davanti un orizzonte ed un cammino, Dio ci dona un futuro.

 

Nel 2019 al Presepe Papa Francesco ha dedicato la Lettera apostolica Admirabile signum, raccomandando di comporlo nelle chiese, nelle case, ma anche – se possibile – nei luoghi di lavoro e negli spazi comunitari, in quanto aiuta anche noi ad incontrare con i sensi del corpo e a rivivere la storia che si è svolta a Betlemme.

Inoltre, in questo anniversario del Presepe di Greccio, il Papa ci rende possibile ricevere il dono dell’Indulgenza dall’8 dicembre 2023 al 2 febbraio 2024, visitando come pellegrini qualsiasi chiesa francescana in tutto il mondo. Le condizioni dell’indulgenza sono quelle consuete: Confessione sacramentale, Comunione eucaristica e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. Occorre poi almeno sostare davanti al Presepio preparato nella chiesa francescana, concludendo con la recita del Padre Nostro e del Credo, e con l’Invocazione alla Sacra Famiglia e a San Francesco d’Assisi, che di seguito vi riporto.

 

«O Buon Gesù, contemplando questo Presepe, ti chiedo la grazia del perdono dei miei peccati. Tu sei il sole che sorge dall’alto, fatto carne per illuminare coloro che vivono nelle tenebre e nell’ombra di morte. Hai fatto la tua casa tra noi e ci hai amato fino a dare la vita per noi. Non sei venuto per condannare il mondo ma per salvarlo. Dammi la grazia del pentimento sincero e l’umiltà di riconoscere la mia fragilità. Donami la fede nella tua misericordia e rinnova in me la gioia della tua salvezza.

«Maria, Madre di Gesù e Madre della Chiesa, insegnaci la gioia degli umili e di coloro che credono nelle promesse del Signore. Aiutaci a proclamare la grandezza del Dio che accompagna e salva la nostra sofferente umanità. Sei l’alba di una nuova creazione. Tu sei Vergine fatta Chiesa, sei Madre di grazia e di misericordia. Ascolta la nostra supplica per la tenerezza del tuo Cuore Immacolato.

«San Giuseppe, servo giusto e fedele del Signore. Sei un custode santo e generoso. Non privarci delle tue cure, pellegrini smarriti alla ricerca della vera patria. Proteggi la Chiesa dalle insidie del maligno e insegnaci a confidare in Colui che ha dato il suo Figlio unigenito per liberarci dal peccato, dal male e dalla morte.

«San Francesco d’Assisi, tu che hai tanto amato Cristo povero e umile da voler rivivere a Greccio, con fede e devozione, la notte della sua nascita a Betlemme, intercedi per noi affinché possiamo contemplare con cuore puro la bellezza dell’incarnazione del Figlio di Dio e la dolcezza del suo sguardo che ci chiama a una vita nuova. Amen».

 

Carissimi, sostando davanti al Presepe, vi auguro di fissare gli occhi su Gesù Bambino per incontrare Dio, a cui tende il desiderio del nostro cuore inquieto, e la gioia di impegnarci con ferma speranza a costruire un mondo più giusto e fraterno, nel nostro tempo difficile, ma riempito dalla presenza del Signore, ieri, oggi e sempre.

 

                          Otranto, 25 dicembre 2023

 

✢ Francesco Neri, OFMCap

     Arcivescovo

 

Auguri Padre Francesco

𝐁𝐮𝐨𝐧 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐏𝐚𝐝𝐫𝐞 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐜𝐞𝐬𝐜𝐨!
Tutta la comunità diocesana vuole rinnovare oggi, 21 dicembre, con gli auguri più sinceri per il suo compleanno, la stima e l’affetto a S.E. Mons. Francesco Neri.
Affidiamo al Signore la nostra preghiera affinché lo sostenga sempre nel suo ministero e gli doni pace e serenità.

Opera Sacra a cura del Coro Diocesano di Otranto

FRANCESCO: uomo veramente cristianissimo

“Dopo otto secoli, San Francesco resta comunque un mistero”; – ci dice Papa Francesco; per trovarne la risposta, “occorre mettersi alla scuola del Poverello” che trova il suo significato nell’ardente amore al Cristo e nell’ascoltare, camminare e annunciare fino alle periferie.
E’ questo l’obiettivo che si propone questa nuova Opera del Coro della Diocesi di Otranto; pronti a debuttare il 27 dicembre nella Cattedrale di Otranto alle 20,30 vogliamo annunciare Cristo testimoniato fino in fondo da un “uomo veramente cristianissimo”: FRANCESCO